È tradizione e motivo di grande vanto per Sant’Ubaldo e di umiliazione per il Cero che segue, che una volta entrato nel chiostro della Basilica, Sant’Ubaldo riesca a chiudere il portone dietro di sè, senza pietà per nessuno, facendo attendere gli altri due Ceri prima di riaprire i battenti.
Dopo i debiti festeggiamenti con i giri intorno al pozzo e lo smontaggio delle barelle dei Ceri, questi vengono riportati all’interno della Basilica.
Durante l’anno molti saranno, eugubini e non, che osserveranno da vicino queste tre formidabili strutture. Sono momenti di grande euforia e di abbandono ad ogni tipo di gioia ed entusiasmo, ma anche di discussioni interminabili e recriminazioni se qualcosa è andato storto, che spesso si protraggono per molti giorni.
Comunque la corsa dei Ceri è finita.
Dopo una breve cerimonia religiosa all’interno della Basilica, le tre statuette dei Santi discendono il Monte in processione con una fiaccolata accompagnate da un corteo di ceraioli che cantano “O lume della fede” dedicato a Sant’Ubaldo e vengono riportate nella Chiesa di San Francesco della Pace (dei Muratori).
La frenesia, l’allegria generale continuano in città ancora quando è buio e la festa prosegue nelle taverne, nelle case dei Capodieci e dei Capitani. Per chi a Gubbio è solo di passaggio rimarrà un’emozione profonda, un’esperienza difficile da dimenticare.